FORTEZZA EST
STAGIONE TEATRALE 2023-24
MOTO PERPETUO
maree teatrali
direzione artistica
Eleonora Turco, Alessandro Di Somma
Al via la nuova Stagione Teatrale di Fortezza Est dal titolo “Moto Perpetuo. Maree teatrali”, un viaggio tra le numerose correnti del Teatro Off in continuo movimento nel mare culturale contemporaneo. Moto Perpetuo come fluire del pensiero libero che attraverso lo spettacolo scorre come l’acqua, contaminando sogni, necessità, esperienze e visioni per costruire insieme la comunità di oggi e il mondo di domani.
Una nuova stagione densa e multiforme in cui immergersi che si propone di ricercare linguaggi innovativi capaci di interpretare il presente attraverso il teatro, oceano sconfinato da esplorare, mare che si fa onda, flusso, moltitudine dove perdersi dentro maree teatrali inesplorate, scoprendo nuove storie capaci di decifrare il mondo che ci circonda e comprendere meglio noi stessi.
All’interno del nuovo cartellone 2023-24 di Fortezza Est oltre 25 spettacoli che si alterneranno da ottobre a maggio, tra lavori inediti, debutti assoluti ed eventi speciali: in scena opere di singoli artisti e di compagnie emergenti e consolidate per offrire al pubblico una nuova possibilità di confronto, di crescita ma anche di intrattenimento.
In questo mare sconfinato Fortezza Est vuole essere quel porto sicuro ed affidabile dove fermarsi, luogo di incontro e crocevia di scambio dove ritrovare un’offerta culturale variegata ed eterogenea, punto fermo per stringere legami tra persone, navigando a vista nelle mosse acque dell’arte.
Programma Stagione 2023/24:
MOTO PERPETUO – Maree Teatrali
5-7 OTTOBRE 2023
RADIO GHETTO. VOCI LIBERE
spettacolo in cuffia
Spettacolo vincitore del bando L’Italia dei Visionari 2020
drammaturgia Collettivo Radio Ghetto
regia Luca Lòtano
regia audio Jack Spittle
con Francesca Farcomeni
luci Raffaella Vitiello
allestimento Raff aele Urselli
montaggio audio Jack Spittle e Marco Stefanelli
foto di scena Ginevra Sammartino, Andrea Caramelli
produzione Cranpi, Fortezza Est
Capitalismo, migrazioni, sfruttamento e caporalato. Ma cos’è, in fondo, un ghetto? Esiste davvero? Chi ci vive? Cosa sognano i suoi abitanti, cosa vedono, che musica ascoltano, cosa mangiano, cosa significa e perché vivere in una baraccapoli in mezzo alle campagne? E ancora, perché un gruppo di occidentali ha vissuto per due mesi all’anno all’interno di quei ghetti?
Il progetto teatrale Radio Ghetto. Voci libere nasce per mettere in scena, in una modalità performativa, l’archivio e l’esperienza della radio partecipata – Radio Ghetto appunto – vissuta dai volontari all’interno dei ghetti dei braccianti agricoli del foggiano durante i mesi estivi.
12-14 OTTOBRE 2023
DISERTARE
drammaturgia Ania Rizzi Bogdan – Matteo Tarasco – Pavel Zelinskiy
regia Matteo Tarasco
elementi scenici Hiromi Honda
costumi Janni Altamura
assistente alla regia Arianna Ilari
produzione Compagnia Mauri Sturno
Lui è Pavel, un soldato russo, che prima della guerra – “operazione speciale”, come la chiama lui, –
era un insegnate di storia, chissà se lo potrà ancora essere dopo, chissà se ci sarà un dopo. Lei è Ania, prima della guerra era un’attrice porno. Ora combatte per difendere la sua Ucraina dall’invasione dell’esercito russo. Come due novelli Adamo ed Eva, catapultati in questo inferno terrestre, Pavel e Ania, scelgono di ascoltarsi, o meglio di condividere il silenzio, un silenzio che nel corso di questa lunga notte – triste metafora del periodo oscuro in cui viviamo – lentamente si dirada, lasciando intravedere tra le pieghe delle parole un barlume di speranza in fondo al tunnel.
19-21 OTTOBRE
CARNE
di Lorenzo De Liberato
con Paolo Zaccaria, Giordana Morandini, Alice Cicetti
Luici Matteo Ziglio
Carne racconta la storia di Susanne Taylor, o per meglio dire, tutta la storia di Carne ruota intorno a Susanne Taylor, una cameriera di un pub sulla remota sponda di un lago qualsiasi, che una notte, finito il turno, scompare nel nulla. Dopo ventiquattro ore si mettono in moto le ricerche ma della
ragazza non vi è traccia. L’unica cosa che viene ritrovata, tra la ghiaia e le sterpaglie della riva del lago, è la borsetta della ragazza perfettamente intatta, e tra i suoi oggetti personali un fazzolettino del pub su cui è scritto un numero di telefono e un cuoricino, che più che un cuoricino sembra un piccolo sgorbio: è il numero di Roger Samuel.
Carne è un puzzle dove la verità è l’ultimo degli obiettivi da raggiungere, una verità che rompe i confini dell’oggettività e si insinua nella personalità di ogni personaggio, corrotta dalle complesse sovrastrutture della società che ci incoraggia ad essere giudici e carnefici allo stesso tempo, condannando chiunque, anche colui che, fino a poco tempo prima, era la persona a noi più vicina, quella che ci infondeva sicurezza, quella che avremmo descritto perfettamente “uguale a noi”.
9-11 NOVEMBRE
NERÒ
di e con Lisa Rosamilia
Matroos DanceTheatre Company
di e con Lisa Rosamilia
“Migr_Azioni per la Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina_Terrarte 23”
Regione Lazio – Teatro delle Condizioni Avverse
Casa di vento, ombre e abitudini, contenitore di intenzioni, timori, immagini e ricordi che galleggiano sospesi in un’unica inquieta sostanza. Uno spazio nello spazio, un alveare, un luogo a
cui si torna e da cui si parte. In questo microcosmo abita Nerò, pensiero che cerca di tenere insieme un mondo in balía delle tempeste. Nerò è espressione di quello che sente, è aria, è acqua, si muove su una terra che naufraga, una terra dai confini liquidi. Il suo rifugio è la sua prigione e le pareti della sua casa sono tele di ragno, vele che si gonfiano ad ogni burrasca, e disperdono e dividono e dissipano. La narrazione si sviluppa all’interno di una grande struttura scenografica cubica realizzata con materiali industriali, ferro e bulloni, ricoperta di stoffe, tende e teli. Una struttura che si muove in un ambiente sonoro acquatico, un essere pulsante autonomo, solido e al contempo instabile, fatto di pareti che si aprono, si fessurano, si trasformano e deformano, proiettando all’esterno gesti, suoni, luce.
12 – 24 NOVEMBRE
CORPO_CITTA’ -formati in bilico tra Teatro, Danza Musica
progetto speciale di Margine Operativo
Laboratori, residenze, pratiche performative, performance, talk, percorsi sonori, spettacoli per le nuove generazioni, installazioni, esplorazioni urbane. Il progetto Corpo_Città promuove forme di sperimentazione nell’ambito delle arti performative contemporanee con una grande attenzione alle espansioni / sinergie crossdisciplinari e ai formati innovativi che prevedono il coinvolgimento dei cittadin_ con un particolare focus sugl_ adolescenti e gl_ Under 35.
Corpo_Città propone un viaggio fra gli orizzonti mobili delle pratiche performative contemporanee e le loro relazioni / interferenze / connessioni con il corpo della città: inteso sia come spazio fisico, sia come luogo simbolo del proprio tempo e luogo di stratificazione di storie / spazio di vita.
Fortezza est è uno dei luoghi scelti da Margine Operativo per lo svolgimento del Progetto realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione generale Spettacolo ed è vincitore dell’Avviso Pubblico Lo spettacolo dal vivo fuori dal Centro – Anno 2023 promosso da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali / Culture Roma
Tutte le attività previste da Corpo_Città > SONO GRATUITE
WEB SITE > www.margineoperativo.net/corpo_città/
16-18 NOVEMBRE
TRE LIRICHE
scritto e diretto da Jacopo Neri
con Dario Caccuri, Chiara Ferrara, Jacopo Neri
Musiche Originali Enrico Truffi
Parte di una trilogia avviata nel 2020, quando il contatto umano era pervaso da una minaccia invisibile, Tre liriche esplora il nesso tra amore e paura: paura del coinvolgimento, durante le prime fasi della relazione, paura della perdita, mentre il rapporto si fa più stabile, paura dell’oblio della vita condivisa, quando la storia sta ormai volgendo al termine; lungo il corso dello spettacolo, l’Io parlante tenterà in tutti i modi di controllare l’inevitabile volubilità dei legami umani, adottando i comportamenti più surreali dentro e fuori la vita di coppia, nell’utopica ricerca di una sicurezza totale. Dal punto di vista drammaturgico, i tre attori presenti in scena incarnano le diverse parti di una sola identità presa nei travagli dell’amore: la parte razionale, che vuole risolvere il turbamento con la logica, quella emotiva, che cerca costantemente di mediarlo, quella inconscia, infine, che lascia esplodere nel mondo tutto il carico dionisiaco del dolore. In accordo alla complessità delle tematiche trattate, Tre liriche si serve di linguaggi fortemente ibridi: uno stile testuale che mescola elementi narrativi, elementi poetici e quelli propri del monologo classico; una partitura musicale che unisce acustico, elettronico e rumoristico; una recitazione in bilico tra naturalismo e studio dell’espressività vocale al microfono.
30 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE
PETRA
di Lamantia/Beercock
con il contributo artistico di N. di Venti, G. Cappa, Garage Arts Platform
produzione Babel
Un Malucumminàtu – uno storpio – è ossessionato dal desiderio di “stracanciàre”: vorrebbe essere più eretto, più presentabile, più sano e piacevole alla vista. Ogni suo sforzo, però, viene sabotato da due voci che lo assillano: la Signora Ida e il Signor Lei. Il Malucumminàtu le tenta tutte: dall’esercizio fisico al rito arcaico, passando per l’invenzione di Sante Moderne Personalizzate, fino ad inseguire la processione carnascialesca di una folla con un asino in spalla. Ogni suo tentativo è spinto dal bisogno di un miracolo, che la Signora Ida e il Signor Lei continuano a
fare abortire senza pietà. L’ultimo tentativo, il più drammatico, sarà di autodistruggersi, e nell’urlo tragico dell’affanno si rivelerà l’unico miracolo possibile: il Malucumminatu diventerà una Leggenda.
21-23 DICEMBRE
FIGLIE
di Ferdinando Vaselli
Con Alessia Berardi, Laura Riccioli, Sebastiano Forte
Musiche di Sebastiano Forte
Figlie è una black comedy sul patriarcato dai toni surreali e dai risvolti sorprendenti. Due donne vivono in una spa di lusso la loro tranquilla vecchiaia. Ginevra è un’attrice libertina e sboccata con problemi di memoria e Lucia è una performer famosa per le sue pitture vaginali. Le loro giornate passano allegramente tra pettegolezzi e scherzi terribili nei confronti degli altri ospiti fino a quando, dopo aver messo droga nei panetti di sant’Antonio ed aver provocato un’orgia tra anziani, vengono cacciate dalla Spa . Quando tutto sembra ormai perduto un’ ultima inaspettata occasione si presenta davanti a loro. Riusciranno a godersi impunemente la lunga vecchiaia o finiranno a marcire in uno
squallido paesino fatto di finestre di alluminio anodizzato? Figlie è una commedia sulle dipendenze dai toni punk e surreali che vede protagoniste due donne le quali, nonostante sembrino essere icone di libertà, nascondono una difficoltà a vivere senza la presenza rassicurante e risolutiva degli uomini.
11-13 GENNAIO
APOTEOSI
di e con Riccardo Sinibaldi
Sonorizzazione e musiche originali di Matteo Portelli
Disegno luci di Leone Orfeo
Produzione Carpet
In collaborazione con Teatro Manini
C’è un uomo che gira come un’ombra in una grande città, alla ricerca quotidiana di espedienti per tirare a campare, spingendo un passeggino pieno di chincaglierie. Si muove a disagio nella giungla metropolitana, come fosse uno straniero venuto da chissà dove che sente la nostalgia per un “altrove” migliore, del quale forse ha solo sentito parlare.
Vagando nel grande purgatorio urbanizzato, si ha l’ingrato privilegio di contemplare la natura oramai compromessa con la vita artificiale, di scoprire le piccole e grandi nevrosi cittadine, di contemplare i disagi – ma anche la tenerezza e la simpatia – di un’umanità contemporanea sempre alle prese con i problemi più elementari di sopravvivenza, e con la ricerca – forse vana – di un idillico mondo perduto.
Da altri cittadini “invisibili” come lui quest’uomo ha imparato che tra i rifiuti della grande città si possono recuperare talvolta piccoli tesori… Una mattina, frugando nell’ennesimo cassonetto, trova qualcosa di veramente sorprendente e inaspettato, e la sua vicenda assume risvolti imprevisti, svelando quell’ironia intrinseca nelle piccole vicende umane, declinandosi infine in una dimensione onirica, o addirittura divina.
18-20 GENNAIO
VOLANO ALBERI SPOGLI COME RADICI
Di e con Beatrice Mitruccio
Aiuto regia Ludovico Cinalli e Paolo Perone
Contributi Martina Tirone e Paolo Perrone
Ambienti scenici Beatrice Mitruccio e Mila Damato
Foto Luca Brunetti
Produzione Collettivo Est, Produzione esecutiva Progetto Goldstein
Con il sostegno di Spin Time Labs
Spettacolo consigliato ad un pubblico adulto
“Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più
sovversiva.” M. Murgia
In Italia, ogni anno, otto donne su dieci subiscono violenza; Beatrice è una donna che sente la
necessità di parlare. Beatrice parla per sé stessa sentendo il peso delle altre sette, parla come
parlerebbe un’amica o una sorella, parla con tragica ironia. Parla arrabbiata di uomini agli uomini e
parla appassionata di donne alle donne. Beatrice, per un’ora sola, concede a tutte e dieci un atto di
sovversione.
25-27 GENNAIO
SUPERSANTOS (Uno che ce l’ha fatta)
Di e con Donato Paternoster
Dramaturg Simone Faloppa
Aiuto regia Barbara Scarciolla
con il sostegno di IAC Centro Arti Integrate e Pagina40
Ispirato ad una storia vera. Una promessa del calcio di provincia, un ragazzo che negli anni 90 rinuncia agli scarpini e alla serie A per rientrare nel mondo scalzo, da frate francescano. Come è potuto succedere? Cosa significa scegliere? Ma il successo, il denaro e l’eterna giovinezza non sono i soli parametri della rispettabilità sociale? Nella vita di ognuno di noi c’è quello che nel Duecento si chiamava cerca: dare un significato più alto all’esistenza. Allora il corpo entra in una notte oscura. Quale celebrazione, quale liturgia nella nostra vita è fonte di letizia? La mano de Dios!? Una bugia! Forse Maradona e San Francesco si sono parlati.. Forse nella leggerezza dei piedi…respira l’essenza stessa di Dio.
1-3 FEBBRAIO
COSI’ FAN TUTTE
di e con I tre Barba
Lorenzo De Liberato, Lorenzo Garufo, Alessio Esposito
Luci Matteo Ziglio
produzione Fortezza Est
“Così fan tutte” è uno spettacolo di intrattenimento puro, divertente ed ironico che sfocia in una vera e propria parodia giocosa dell’opera lirica senza svilirne mai, al contempo, la purezza e la grandezza che la contraddistingue. “Così fan tutte” ispirato alla lirica di Mozart e Da Ponte, un progetto originale che si pone l’obiettivo di far conoscere e diffondere il meraviglioso mezzo espressivo della lirica come Patrimonio comune, universale e non appannaggio di pochi eletti. Attraverso una scena minimale, tre sgabelli e pochi e significativi oggetti di scena, Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo recitano fedelmente e quasi del tutto integralmente i libretti, alternando alla recitazione intermezzi musicali, arrangiando le arie più celebri delle due opere, eseguiti rigorosamente in coro, a cappella, senza l’ausilio di alcuno strumento musicale.
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8-10 FEBBRAIO
DON GIOVANNI
di e con I tre Barba
Lorenzo De Liberato, Lorenzo Garufo, Alessio Esposito
Luci Matteo Ziglio
produzione Fortezza Est
Il Don Giovanni che raccontano I Tre Barba”, ovvero Lorenzo De Liberato, Lorenzo Garufo e Alessio Esposito, non è il classico “latin lover” dalle conquiste infinite, irresistibile a tutte e traditore impenitente. O meglio lo è… ma spogliato da tutto il suo fascino e arte seduttiva. Il Don Giovanni de i Tre Barba è un cialtrone, goffo e fanfarone, che vorrebbe magari essere quell’infallibile seduttore che si vanta di essere ma non sempre ci riesce. Le donne intorno a lui si ribellano, lo scacciano e spesso lo illudono, tranne la povera ed isterica Elvira, sinceramente innamorata, rimasta abbagliata dalla possibilità di redimere un uomo che si spaccia per quello che non è, un uomo che probabilmente non è mai esistito e senz’altro non esiste più. A reggergli il gioco è rimasto il solo Leporello, condannato anche lui a sprofondare in questo ginepraio di illusioni e mascalzonate.
Un carnevale oscuro, una mascherata atta a reggere un gioco, una tradizione che vede Don Giovanni emblema del conquistatore. I Tre Barba si immergono nella finzione, contaminando l’opera, spingendosi sempre più verso il ridicolo, dove la lirica degli impostori prende il sopravvento.
15-17 FEBBRAIO
C’HO LA SCOLIOSI
drammaturgia e regia Marta Bulgherini
con Marta Bulgherini, Camilla Tagliaferri, Nicolas Zappa
light design Andrea Speranza
Prima il bisogno di riconoscimento, poi il rapporto con la fede, nel mezzo le ambizioni e la paura di fallire; sì certo, e le relazioni stabili e il sesso occasionale? Senza dimenticare le amicizie, l’opportunismo e la carriera. Ma tu di figli ne vuoi? Che sei pazzo, e come li cresco? E che mi dici se parliamo di misticismo orientale? Oddio mi scoppia la testa: ma quanto è difficile vivere? Lo spettacolo è un’ode al sentirsi inadatti, l’epopea di una trentenne che cerca di trovare il suo posto nel mondo (o, almeno, di trovare un angolino comodo per godersela, la vita). In questo psichedelico viaggio, ad accompagnarla ci saranno di volta in volta i personaggi più disparati, frutto di ricordi o solo immaginati, che la aiuteranno -non senza inciampi- a fare un piccolo passo in avanti sulla comprensione di sé. Riuscirà nell’impresa, la nostra eroina che eroina non è?
22-24 FEBBRAIO
LE VOCI DELLA SERA
dall’omonimo romanzo di Natalia Ginzburg – per la prima volta in teatro
adattamento per la scena|regia|e con Silvia Frasson
musiche originali di Guido Sodo
abito di scena ElenaB Vintage Torino
disegno luci Andreas Froeba
foto di scena Antonio Viscido
foto promozionali Valentina Fontanella
Produzione Archètipo
Lo sguardo nudo di Natalia Ginzburg si incontra con il teatro di emozione di Silvia Frasson, per portare per la prima volta in teatro un racconto delicato e crudo insieme. Natalia Ginzburg scrive sempre in prima persona. Si mette dentro la storia, racconta, vive, mostra le cose come se le vedesse, per farle vedere al lettore. È impossibile non seguirla nel suo racconto, ti accompagna, ti coinvolge. Qualità anche del raccontare di Silvia Frasson, avvicinare a chi ascolta una storia, un personaggio, uno sguardo, un sentire. Così vicino che quel personaggio potrebbe essere un amico, un parente, così vicino che potremmo essere noi.
Nella narrazione de “Le voci della sera” – che arriva in teatro per la prima volta – Silvia Frasson sostituisce la sua voce alla parola scritta, e veste i panni e lo sguardo di Elsa, protagonista a cui la Ginzburg affida il racconto di questo struggente delicato veritiero romanzo sulle relazioni, sui rapporti umani, sulle abitudini e disabitudini d’amore, sui sentimenti da cui non tutti si lasciano travolgere, sui pensieri che troppo spesso vengono sotterrati per poter continuare a vivere senza troppo domandare. Ritratto perfetto, scritto più di 60 anni fa, di un modo indeciso e impermeabile – tuttora contemporaneo – di vivere la propria vita e le relazioni con gli altri.
29 FEBBRAIO – 2 MARZO
GINNASTICA PER UN POSTURA FRAGILE
Ideazione, regia e coreografia: Margherita Dotta
Coreografia e interpretazione : Leonardo Maietto
Musica: Paolo Colagrossi, Gene Autry
Costumi: Margherita Dotta, Leonardo Maietto
Luci: Margherita Dotta
Con il sostegno di Nebula APS
Ginnastica per una Postura Fragile è una ricerca sul corpo che è spazio abitativo di forme diverse, una sola vita in cui coesistono corpi altri, alieni e gemelli. Attraverso un rovesciamento del mostruoso e del mito del Minotauro, la fisionomia umana si dissolve a favore di un Io ibrido e mutaforma, soggetto, oggetto e testimone del proprio corpo che genera altri corpi. Incarnando in sé la mappa del territorio che abita, la sua identità è tutta nella sua dimora, in una coincidenza tra anatomia e geografia. Solo, come soltanto i bambini sanno essere soli, fa della solitudine il dispositivo attraverso il quale organizzare la realtà, rendendo il labirinto non una geometria alla quale adattarsi, bensì un laboratorio in divenire in cui reinventare il proprio Io-luogo.
7-9 MARZO
TUTTE LE PERSONE VIVE
di Rosalinda Conti
Regia Lorenzo Montanini
con Giordana Morandini
Residenza multidisciplinare della bassa Sabina Teatro Delle Condizioni Avverse
Produzione Fortezza Est
Agata abita in una casa in campagna. Una mattina di primavera si sveglia e si rende conto che l’albero del suo giardino non ha più foglie. Un esperto di alberi le dice che il suo albero sta morendo, che è molto fragile e che di conseguenza va abbattuto. Allora Agata pensa alla morte.
Lo spettacolo si pone diverse domande: possiamo noi, individui che abitano un occidente civilizzato, colto, nevrotico, perlopiù metropolitano, lasciare che la natura, nel suo peculiare modo, ci insegni come guardare da un altro punto di vista l’abisso verso il quale tutto corre o cammina? Cosa è cambiato in noi (e nel nostro sistema immaginifico) da quando, quasi due anni fa, la morte è rientrata senza invito dalla porta principale, costringendoci a riflettere non solo sul modo in cui moriamo ma anche sul modo in cui viviamo?
14-16 MARZO
HEDDA
di e con Clio C. Buren
Suono Mauro Autore
TLTA produktion
con il sostegno di Tedecà Bellarte Torino – Fertili Terreni Torino, Scugnizzo Liberato Napoli, Ex Asilo Filangieri Napoli
Hedda e Borg si sono lasciati anni addietro. Lei è caduta da cavallo e non ha più potuto gareggiare e vincere. Ritrovatasi piena di debiti, si è salvata sposando Telmo. Ora deve vincere per lui un concorso per una cattedra. Ma Borg è diventato il concorrente favorito per quel posto… Questo nostro è il tempo che esige che si sia prodotti spendibili, efficaci, vendibili sul Mercato, è il tempo del buio dell’immaginazione, in cui al presente continuiamo a suicidare umanità, rapporti e amore.
Fin dove siamo disposti a spingerci pur di vincere? Cosa siamo disposti a perdere? E soprattutto, di chi sono i nostri desideri? E di cosa è fatta l’identità?
“Storia del vizio assurdo di dover vincere, ad ogni costo, e di quello che nel mezzo si perde, senza rimpianto. Avanti, fino in fondo. Occhi alla mèta.”
21-23 MARZO
CADE LA NEVE FIGURATI IO
Di e con: Rebecca Righetti
Aiuto regia: Val Wandja
Assistente alla regia: Paolo Lupidi
Con il sostegno di: Carrozzerie|n.o.t, Spin Time Labs, IAC-Centro Arti Integrate
Selezione Strabismi Festival 2023
“Cade la neve figurati io” è uno spettacolo dove l’importante è non farcela. C’è una persona di venticinque anni che ha mancato tutte le tappe fondamentali di quell’età: non ha la patente, non è laureata e viva ancora con i suoi. Mettici poi il malessere esistenziale, le ferite emotive e l’ansia costante. Se cercate una protagonista eroica e performante, siete nel posto sbagliato. Eppure anche la propria disperazione può far comodo: si può sempre scherzarci su. Ma quanto a lungo può reggere un meccanismo così fragile
4-6 APRILE
TRILOGIA DELL’UMANO “SAPERE”
Dino / Caligola-assolo1 / Charta
di e con Bernardo Casertano
Produzione Fortezza Est, Teatro Agropolis, Teatro del Lemming
Si espandono in una trilogia le tre età dell’uomo e portano in scena domande di senso che convivono e plasmano il corpo e il sentire. Ad aprire la trilogia è Dino, ossia l’età dell’infanzia, delle domande crudeli e pure, che indaga la perfezione e l’essere umano di fronte ad essa. Cos’è la perfezione? Chi decide cosa sia perfetto e cosa no? Un interrogativo che pone alla ricerca perpetua e che suggerisce una riflessione più generale sulla condizione umana. Su quest’ultima si sofferma Caligola-assolo1 accordando una voce solitaria ad un dialogo intimistico che si estrae dal contesto e lo osserva proiettandosi in maniera eroica rispetto alla sua condizione di mortale, preparandosi all’età matura che va in scena con Charta. Il prestito letterario di Pinocchio presentato come un corpo rivisitato,dematerializzato che esplora, in un’atmosfera onirica, il desiderio, la paura, il dovere e il rifiuto di essere genitore. Un personaggio che affascina richiamando una melodia popolare ma che disorienta così destrutturato, uomo-bambino delicato, ingenuo, abbagliato da una vocazione e disarmato dalla paura di non esserne all’altezza.
11-13 APRILE
C19H28O2 – O COME AVERE LE PALLE
Scritto e diretto da Riccardo Rampazzo
Aiuto regia Giulia Ravelli
Con Leonardo Cesaroni, Paolo Sangiorgio, e Sara Younes
un progetto Lidi Precari
“Una piccola barca, mare aperto, due pescatori, Loris e Gu, puliscono il pesce raccolto durante la notte.Viaggiano da giorni alla ricerca di una creatura la cui cattura potrebbe stravolgere le loro vite. Ma il viaggio porta con sé altri mostri: il divario fra i due si esacerba e la barca diventa un luogo in cui far carburare una corsa alla virilità, a capire chi è più “uomo”, chi reprime di più, chi ama di meno.”
18-20 APRILE
M. QUANDO ERO UNA SIRENA
Produzione Focus 2
Di e con Eleonora Gusmano
Regia Daniele Aureli
Dramaturg Giusi De Santis
Assistente alla regia ed estetica Ania Rizzi Bogdan
Musiche originali Alessandro Romano Lorco
«Un vestito a fiori, sono in posa, composta e dritta con la schiena. Sono seria e guardo
l’obiettivo.»
Ogni anno la stessa inquadratura e la stessa posizione. Come un’immagine femminile congelata nel tempo: M. in quelle foto è sempre uguale, sembra non cambiare mai. Bambina e ragazzina prima, donna poi. È un ambiente oppressivo quello nel quale vive M., costretta, fin da piccola, a inventare luoghi che la facciano sentire al sicuro: lo spazio intimo della vasca, la fossa nel materasso, la sua mente… nella quale si rincorrono ricordi, deliri, desideri, fantasticherie. La storia di M. è la storia di tutte quelle persone alle quali viene negata l’identità e il cui destino viene tracciato da altri. Rese invisibili e incapaci di reagire. Le urla di M. si trasformano in silenzi. Rimane a guardare il fuori, nascosta dietro lo spioncino della vita che rende la realtà sempre più distante. E nel fondo, sommerso, il bisogno di ribaltare l’impossibile e di riscrivere la propria storia. “Quando una sirena piange, come si riconoscono le sue lacrime sott’acqua?”
2-4 MAGGIO
ABOUT ANDERSEN – La sirenetta
Di e con Leonardo Bianchi e Gian Maria Labanchi
Coreografie di Daniele Toti
Foto e video di Simone Galli
Comunicazione Giulia Tremolada
Grafica Alessandro Bianchi
ABOUT ANDERSEN rilegge la fiaba de LA SIRENETTA di Hans Christian Andersen mettendo al fianco della protagonista del celebre racconto proprio la figura dello scrittore danese, in un dialogo tra il creatore con la sua creatura che affronta i temi dell’identità e dell’accettazione del dolore e della malattia attraverso una forma performativa molto simile a un concerto.
Lo spettacolo contiene brani e passaggi della cultura musicale pop contemporanea, italiana e internazionale. Un live set ambientato tra il fondo di un mare artificiale e la terraferma, in cui i due personaggi si confrontano indagandosi. Da una parte la figura performativa, il frontman che è la sirena, costretta da una malattia mortale della pelle a muoversi nell’abisso di un sontuoso acquario, e dall’altra, sulla tremenda ma ammaliante Terra, lo stesso Andersen, colui che l’ha inventata, resa viva prima e accompagnata verso la morte poi, e che nel personaggio della sirena ha plasmato un’estensione di quella parte di sé più curiosa e impaziente di rompere regole e schemi.
9-11 MAGGIO
RADIO FAVOLA
di Mirko Lorusso
regia di Enrico Torzillo
con Mirko Lorusso e Maria Grazia Trombino
Sound Design Fil Cristallo
Lo speaker ci introduce in una puntata del programma radiofonico “Radio Favola”, con le sue battute e i suoi siparietti. Dopo di che passa all’ospite del giorno, un giovane di nome Cappuccetto Rosso, invitato per parlare di eutanasia. Cappuccetto ci racconta la sua storia, quella che tutti conosciamo, ci parla della mamma, della nonna, del bosco con i suoi mille colori, del lupo e, infine, del suo tentato suicidio. Arricchendo con storie personali la narrazione Cappucceto ci dice che infondo la sua storia, la sua esperienza è universale. Il mondo incantato delle favole diventa tristemente reale mentre ascoltiamo il racconto di Cappucceto divorato dal lupo. Cos’è il lupo? Il lupo è quell’evento, quella persona, quel momento della vita di chiunque in cui le fantasie adolescenziali si infrangono con la dura realtà del mondo/bosco.
16-18 MAGGIO
IL CONTRATTO
scritto e diretto da Alice Bertini
con Alice Bertini e Mattia Lauro
Aiuto regia Eduardo Rinaldi
Assistente Federico Gatti
Una coppia “convenzionale”, una donna, un uomo, uniti solo dall’esigenza di un legame.
Non un legame d’amore, ma un legame giuridico, che dia accesso alle regole della società in fatto di
legami. Al dito anulare una fede non c’è, il simbolo d’amore per la vita è sostituito da un contratto
stringente, nel quale ogni cosa è prevista, circostanziata, scelta. Eccezioni ed accezioni sono stabilite a tavolino; non è un modo dire, il tavolino è quello di un antico caffè di una moderna città. È ai capi opposti di questo tavolino che questa donna e quest’uomo si incontreranno per la prima volta, e per sempre, per redigere il loro contratto di coppia.
Ma il contratto, così algido e formale, rivelerà ogni singola emozione, mai riconosciuta ne rivelata
anche a se stessi: l’intimo bisogno di maternità, insieme all’atavica ricerca di un luogo delle certezze, quella stabilità in cui sentirsi liberi di essere costretti nelle convenzioni sociali, e così fino alle vacanze al mare, o dovunque, purché non in montagna, ed insieme, in un caleidoscopio di contraddizioni, la paura della solitudine e la fertilità. Nulla di cui non previsto dallo stringente contratto.
Fortezza Est Stagione 2023/24
MOTO PERPETUO – Maree Teatrali
via Francesco Laparelli, 62 Roma – Tor Pignattara
Orario Spettacoli giov- ven-sab ore 20:30
biglietto unico 12.00€
info e prenotazioni mail prenotazionifortezzaest@gmail.com
| whatsapp 329.8027943| 349.4356219