INTERVALLO

SINOSSI

 

Spettacolo in tre atti per “tre attori”. È già tragedia greca al suo apice.  Congestione autostradale. Non è solo traffico, ma una presa di posizione molto chiara. Qualcuno ha bloccato il flusso di macchine, seduto per terra. L’autostrada non si muove e presto la logica e il buon senso lasciano spazio al panico, l’ansia, la violenza. La rabbia! Maledetta rabbia. Bloccando una strada, si può fermare la giornata di molti ma soprattutto si rischia di fermare il dottor G, famoso psicologo ora sull’orlo del fallimento proprio per problemi con la gestione della rabbia. Dottor G ha da fare per davvero, poverino. Il suo unico e ultimo obiettivo nella vita è occuparsi di un paziente in cui si riconosce fin troppo, e di cui solo lui conosce la giusta terapia. Cosa si è disposti a fare per raggiungere i propri obiettivi? A volte, forse, non abbastanza. Poi c’è F che si è preso la briga di essere gli altri, tra cui, “il paziente” di cui preferiamo dirvi poco. Ancor meno vi si dirà del terzo attore. Un istrione vero. Una storia così non la si vedeva da tempo, ricca di colpi di scena, non priva di intrecci coinvolgenti e finanche delitti passionali! L’intervallo è il tempo della verità, della luce ritrovata, e di ciò che forse, riusciamo a comprendere solo quando ci fermiamo veramente.

NOTE DI REGIA

 

Lo spettacolo, ancora in forma di studio, segue una linea semplice e scarna di elementi scenici. Gli ambienti sono descritti dal lavoro attoriale, la scena è in continua sottrazione di immagini, credo che lo spettatore debba essere sempre chiamato in causa con la sua capacità di immaginare e creare lo spazio scenico come meglio sente. Abbiamo cercato di stringere e allargare il campo visivo in base alle scene e alle esigenze della trama, con il solo uso delle luci, cercando di farsi abbracciare dal buio più che dalla luce; il tentativo è quello di tornare all’origine del gioco teatrale, focalizzandosi sul necessario e su quanto mette a disposizione un teatro (con un po’ di sarcasmo) povero.